L’edilizia scolastica italiana carente in sicurezza, manutenzione, servizi
INFORMATIVA "PROFESSIONE GEOMETRA" DA ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE GEOMETRAL’edilizia scolastica italiana carente in sicurezza, manutenzione, serviziSecondo il dossier di Legambiente quasi la meta’ degli edifici non avrebbe il certificato di agibilita’, e il 60% e’ stato costruito prima della normativa antisismicaIl parco strutture dell’edilizia scolastica italiana presenta un quadro sconfortante, nonostante i richiami e gli appelli giunti da più parti negli ultimi tempi. Sull’a
INFORMATIVA "PROFESSIONE GEOMETRA" DA ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE GEOMETRA
L’edilizia scolastica italiana carente in sicurezza, manutenzione, servizi
Secondo il dossier di Legambiente quasi la meta’ degli edifici non avrebbe il certificato di agibilita’, e il 60% e’ stato costruito prima della normativa antisismica Il parco strutture dell’edilizia scolastica italiana presenta un quadro sconfortante, nonostante i richiami e gli appelli giunti da più parti negli ultimi tempi. Sull’argomento è arrivata l’analisi di Legambiente, con la pubblicazione del Dossier “Ecosistema Scuola 2012”, realizzato valutando la qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia.
La prima emergenza è quella della messa a norma: quasi la metà degli edifici non ha le certificazioni di agibilità e in più del 65% non c’è neanche il certificato di prevenzione incendi. Si tratta di una conferma dei dati documentati dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica, resi noti dal Ministero dell’Istruzione all’inizio dell’anno, sottolinea Legambiente, rilevando che dall’istituzione dell’Anagrafe sono passati 16 anni e molti dati sono ancora incompleti.
Grave anche la situazione sul fronte antisismico: degli edifici considerati, il 60% risulta costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica (1974), mentre solo il 7% negli ultimi 20 anni. Solo nello 0,47% dei casi gli edifici risultano costruiti secondo criteri della bioedilizia e per l’8,22% con criteri antisismici. Alla poca efficienza va affiancata la scarsa sicurezza: la verifica di vulnerabilità sismica è stata realizzata solo sul 27,5% delle strutture, e nei Comuni che dichiarano di trovarsi in area a rischio sismico (zona 1 e 2) solo il 32,4% degli edifici risulta aver ricevuto tale verifica.
Calano ma non in modo determinante gli edifici che necessitano di interventi di manutenzione urgente: il 35,8%, praticamente una scuola su tre, mentre le scuole che hanno beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni sono il 56,4%, in aumento di meno di un punto percentuale, a fronte di una riduzione degli investimenti di quasi 40 milioni di euro negli ultimi 2 anni. Nel mettere a confronto questi dati sulle macro-aree geografiche, il dossier rileva aumenti in regioni come Liguria, Lombardia, Molise, Sicilia e cali in altre come Marche, Sardegna, Basilicata e Campania. Su queste ultime due, in particolare, Legambiente definisce “poco comprensibile” il calo, visto che rilevano l’esigenza di manutenzione straordinaria rispettivamente nel 60,66% e 51,12% degli edifici.
Elaborando e sommando tutti i dati valutati, che includono anche i servizi, l’avvio di pratiche ecocompatibili, l’esposizione a fonti di inquinamento ambientale interne ed esterne agli edifici scolastici, la completezza stessa dei dati forniti, il dossier stila una classifica di tutti i Comuni analizzati. La città più virtuosa è Trento, che conferma la leadership in particolare grazie a dati di eccellenza legati al possesso, da parte di tutti gli edifici scolastici, dei certificati di collaudo statico, agibilità, agibilità igienico‐sanitaria, impianti elettrici a norma, porte antipanico e requisiti di accessibilità. Seguono in ordine Piacenza, Verbania, Prato, Parma, Reggio Emilia, Pordenone, Asti, Forlì, Terni. Una top ten in cui viene rilevata la presenza di 4 città dell’Emilia-Romagna e 2 piemontesi.
Alleghiamo il dossier.
L’edilizia scolastica italiana carente in sicurezza, manutenzione, servizi
Secondo il dossier di Legambiente quasi la meta’ degli edifici non avrebbe il certificato di agibilita’, e il 60% e’ stato costruito prima della normativa antisismica Il parco strutture dell’edilizia scolastica italiana presenta un quadro sconfortante, nonostante i richiami e gli appelli giunti da più parti negli ultimi tempi. Sull’argomento è arrivata l’analisi di Legambiente, con la pubblicazione del Dossier “Ecosistema Scuola 2012”, realizzato valutando la qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia.
La prima emergenza è quella della messa a norma: quasi la metà degli edifici non ha le certificazioni di agibilità e in più del 65% non c’è neanche il certificato di prevenzione incendi. Si tratta di una conferma dei dati documentati dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica, resi noti dal Ministero dell’Istruzione all’inizio dell’anno, sottolinea Legambiente, rilevando che dall’istituzione dell’Anagrafe sono passati 16 anni e molti dati sono ancora incompleti.
Grave anche la situazione sul fronte antisismico: degli edifici considerati, il 60% risulta costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica (1974), mentre solo il 7% negli ultimi 20 anni. Solo nello 0,47% dei casi gli edifici risultano costruiti secondo criteri della bioedilizia e per l’8,22% con criteri antisismici. Alla poca efficienza va affiancata la scarsa sicurezza: la verifica di vulnerabilità sismica è stata realizzata solo sul 27,5% delle strutture, e nei Comuni che dichiarano di trovarsi in area a rischio sismico (zona 1 e 2) solo il 32,4% degli edifici risulta aver ricevuto tale verifica.
Calano ma non in modo determinante gli edifici che necessitano di interventi di manutenzione urgente: il 35,8%, praticamente una scuola su tre, mentre le scuole che hanno beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni sono il 56,4%, in aumento di meno di un punto percentuale, a fronte di una riduzione degli investimenti di quasi 40 milioni di euro negli ultimi 2 anni. Nel mettere a confronto questi dati sulle macro-aree geografiche, il dossier rileva aumenti in regioni come Liguria, Lombardia, Molise, Sicilia e cali in altre come Marche, Sardegna, Basilicata e Campania. Su queste ultime due, in particolare, Legambiente definisce “poco comprensibile” il calo, visto che rilevano l’esigenza di manutenzione straordinaria rispettivamente nel 60,66% e 51,12% degli edifici.
Elaborando e sommando tutti i dati valutati, che includono anche i servizi, l’avvio di pratiche ecocompatibili, l’esposizione a fonti di inquinamento ambientale interne ed esterne agli edifici scolastici, la completezza stessa dei dati forniti, il dossier stila una classifica di tutti i Comuni analizzati. La città più virtuosa è Trento, che conferma la leadership in particolare grazie a dati di eccellenza legati al possesso, da parte di tutti gli edifici scolastici, dei certificati di collaudo statico, agibilità, agibilità igienico‐sanitaria, impianti elettrici a norma, porte antipanico e requisiti di accessibilità. Seguono in ordine Piacenza, Verbania, Prato, Parma, Reggio Emilia, Pordenone, Asti, Forlì, Terni. Una top ten in cui viene rilevata la presenza di 4 città dell’Emilia-Romagna e 2 piemontesi.
Alleghiamo il dossier.
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L’edilizia scolastica italiana carente in sicurezza, manutenzione, servizi”