Ass. Donne Geometra – L’Italia deferita nuovamente alla Corte di Giustizia Ue per mancata conformità alla sentenza C-85/13 relativa al trattamento delle acque reflue urbane

Si pubblica l’informativa dell’Associazione Nazionale Donne Geometra – L’Italia deferita nuovamente alla Corte di Giustizia Ue per mancata conformità alla sentenza C-85/13 relativa al trattamento delle acque reflue urbane.

Nel 2014 l’Italia era stata condannata dalla Corte di Giustizia Ue per essere venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza della direttiva 91/271/Cee sul trattamento delle acque reflue urbane (sentenza del 10 aprile 2014, causa C-85/13).Nello specifico, l’Italia non aveva adottato le disposizioni necessarie per garantire all’interno di 41 “agglomerati”, ovvero aree comprendenti più di 10mila abitanti, la realizzazione di reti fognarie (ex. art. 3) e la sottoposizione nelle aree più sensibili ad un trattamento secondario o “più spinto” previo scarico (ex. artt. 4 e 5).
Nonostante i progressi compiuti per rimediare, le acque reflue urbane in 5 agglomerati, di cui uno in Valle d’Aosta e quattro in Sicilia, non sono ancora adeguatamente trattate.
Per questo motivo, il 1° giugno 2023 la Commissione europea ha deferito nuovamente l’Italia alla Corte di Giustizia Ue per non essersi conformata alla decisione della Corte del 2014 (INFR (2009) 2034).
Dato che si tratta del secondo ricorso, la procedura di infrazione europea (ai sensi dell’art.260 TFUE) prevede che, qualora i Giudici ritenessero l’Italia nuovamente colpevole, potrebbe scattare la condanna al pagamento di sanzioni pecuniarie.
La Corte di Giustizia UE potrebbe quindi imporre una somma forfettaria per sanzionare la durata della violazione e una penalità fino al completo recepimento della disciplina.

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