Ass. Donne Geometra – La giustiziabilità della crisi climatica nel sistema giuridico italiano
Si pubblica l’informativa dell’Associazione Nazionale Donne Geometra – La giustiziabilità della crisi climatica nel sistema giuridico italiano.
La questione climatica, ha assunto una rilevanza giuridica concreta e riconosciuta. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con una pronuncia di particolare importanza sistemica (allegata alla presente), hanno affermato il principio secondo cui i giudici italiani sono legittimati a pronunciarsi in ordine ai danni derivanti dal cambiamento climatico, fondando tale competenza sia sulla normativa interna che su quella sovranazionale.
In particolare, la Corte ha chiarito che la tutela dell’ambiente e del clima rientra nel novero dei diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti, e che l’azione giudiziaria può essere esperita nei confronti di soggetti – pubblici o privati – che, attraverso condotte inquinanti o omissive, contribuiscano in modo significativo alla crisi climatica. Tale orientamento si fonda sull’art. 9 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale n. 1/2022, che riconosce esplicitamente la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni, nonché sull’art. 41, che subordina l’iniziativa economica privata al rispetto della salute e dell’ambiente. In questa ottica le consulenze di parte e come ausiliari dei giudici sono sempre più richieste ai tecnici del settore, favorite anche dalla rideterminazione delle Categorie da parte del Ministero della Giustizia con il Decreto 4 agosto 2023 n.109 e l’inserimento nel settore edilizio e ambientale della qualità dell’aria.
La Corte ha altresì escluso che l’intervento del potere giudiziario in materia climatica possa configurarsi come una indebita ingerenza nell’attività d’impresa o nella sfera di competenza del potere esecutivo e legislativo. Al contrario, ha ribadito che il sindacato giurisdizionale sui comportamenti lesivi dell’ambiente si colloca nell’ambito della funzione di garanzia dei diritti inviolabili, e che tale funzione non può essere compressa da esigenze economiche o da scelte politiche discrezionali.
In questo quadro, l’azione giudiziaria in materia climatica si configura come uno strumento di responsabilizzazione degli attori economici e istituzionali, nonché come mezzo di attuazione concreta degli obblighi derivanti da convenzioni internazionali (quali l’Accordo di Parigi) e da regolamenti europei in materia ambientale e climatica. La giurisprudenza italiana si allinea così alle tendenze emergenti in ambito comparato, dove sempre più corti nazionali riconoscono la possibilità di azioni legali contro Stati e imprese per la loro responsabilità nel cambiamento climatico.
Si allega la Sentenza